Prestiti, età e importi finanziabili: diamo i numeri
Quando si parla di prestiti è normale chiedersi se esista un limite di età.
In linea generale i regolamenti degli istituti di credito prevedono il limite di 75 anni di età, che non devono essere compiuti nel momento del pagamento dell’ultima rata.
I prestiti, è ovvio, devono essere rimborsati. Il limite dei 75 anni prende in considerazione che oltre quella soglia di età è più facile che possano insorgere problemi di salute.
Età, ci sono sempre delle eccezioni.
67, 72, 86 non sono i numeri della tombola!
Uno strumento che permette di ottenere la liquidità necessaria per far fronte alle molteplici esigenze che si possono presentare durante la vita di ogni giorno, è la Cessione del Quinto dello Stipendio.
I limiti di età variano tra dipendenti pubblici e privati. Se per privati il limite della scadenza del piano è di 67 anni, si arriva a 72 per i dipendenti pubblici.
L’aumento delle aspettative di vita e l’innalzamento dell’età media ha fatto sì che banche, istituti e finanziarie abbiano pensato alla popolazione più adulta, spesso vero e proprio perno della famiglia. I pensionati pubblici possono chiedere la Cessione del Quinto della Pensione. In questo caso la scadenza del piano deve avvenire entro gli 86 anni di età. La polizza sulla vita (sempre obbligatoria nel caso di Cessione del Quinto) copre il rimborso del debito in caso di decesso del beneficiario ed evita che i debiti ricadano sugli eredi.
Quanti soldi si possono chiedere?
Sia che si tratti di dipendenti pubblici o privati i limiti vanno dai 2.500,00 euro fino ad un massimo di 75.000,00.
E le rate?
L’ammontare delle rate varia in base allo stipendio percepito, ma non può mai superare il 20% dello stipendio stesso. Se il nostro stipendio è di 1500 euro la rata sarà al massimo di 300 euro.
Nel caso di Cessione del Quinto della Pensione, l’ammontare della rata non solo non deve superare il 20 per cento della pensione, ma quanto rimane dopo aver pagato la rata non deve essere inferiore alla cosiddetta soglia minima di sussistenza fissata per il 2021 a 515,58 euro.